La scommessa di Sony

Sembrano ormai passati secoli dal successo mondiale del tubo Trinitron.
Anche se all’interno delle principali catene di distribuzione di elettronica i televisori LCD di Sony fanno bella mostra, la divisione TV oggi non porta più profitti al colosso giapponese.
A differenza del passato la Sony da tempo non produce più tutto in casa; nel caso dei televisori anche il cuore dell’apparecchio, il pannello LCD, è fornito da società esterne quali Samsung o Sharp.
La produzione dei pannelli nei stabilimenti asiatici era in realtà iniziata con una partnership ma poi con la crisi e successiva cessione, alla fine dello scorso anno, di tutte le quote a Samsung, la Sony ha iniziato a perdere terreno anche nelle vendite. Non posso valutare sino a che punto questa scelta abbia penalizzato l’azienda, una cosa però è certa, la perdita del settore TV per Sony non è più sopportabile.
Per evitare di percorre la strada già intrapresa da Philips del progressivo abbandono di un importante segmento del mercato è ora necessario definire una nuova strategia.
Qualche novità a riguardo è apparsa al recente CES di Las Vegas. La Sony ha infatti presentato un nuovo televisore a LED; il Crystal Led.
Parlare oggi di LED nel campo dei televisori potrebbe persino sembrare banale.
In realtà gli attuali televisori denominati impropriamente “a LED” sono in realtà dei comuni pannelli LCD (ovvero dotati di pannello a cristalli liquidi). I LED vengono solo utilizzati per la retroilluminazione – più o meno intelligente – del pannello al posto della precedente tecnologia a tubi fluorescenti.
I vantaggi ci sono ma stiamo parlando di “LCD a LED”.
La nuova frontiera percorsa dalla Sony è invece la sostituzione del pannello LCD con un pannello a matrice di LED. Ogni pixel è costituito da piccolo elemento LED che racchiude a sua volta all’interno tre diodi luminosi RGB (rosso, verde e blu). In questo modo il pannello diventa parte attiva superando molte problematiche della matrice a cristalli liquidi (non ultima la velocità di risposta).
Ma non è solo innovazione; la risposta strategica di Sony al predominio di Samsung e LG sembra orientata anche a riappropriarsi del know-how per tornare ad un prodotto tutto “made in Sony” e rilanciare il prestigio del marchio specialmente nei prodotti di fascia alta.
Le recensioni apparse sulle riviste del settore ed in rete sono state per ora lusinghiere. Ma è presto per cantar vittoria.
Anche i concorrenti hanno infatti già pronti dei piani alternativi che prevedono il progressivo passaggio a nuove tecnologie, prima fra tutte lo sviluppo dei pannelli OLED sui grandi formati per la conquista del settore TV.
La battaglia è aperta; che vinca il migliore!

AF Digitale ha chiuso

Ormai è certo.
AF Digitale ha chiuso, ed io ne sono dispiaciuto.
Dopo un paio d’anni da abbonato continuavo a leggere frequentemente il mensile che spaziava a tutto campo dall’hi-fi all’home theatre, dal video alla foto, attraversando tutto il mondo del segnale digitale.
Ho sempre trovato la rivista molto equilibrata, con editoriali a volte piccanti ed articoli di elevato contenuto tecnico.
Di fatto la chiusura non è una strategia commerciale o una scelta di riorganizzazione del gruppo.  La casa editrice “Leditore s.r.l.” è in liquidazione e pertanto i problemi che toccheranno i lavoratori sono ben più gravi del vuoto lasciato dalla rivista nelle edicole.
Io sono sicuro che troverò presto altre valide fonti di notizie tra i giornali del settore e in rete.
Per i dipendenti della casa editrice  invece trovare nuovi posti di lavoro non  sarà altrettanto facile.
In bocca al lupo!

 

F&L

A metà gennaio, un po’ in sordina, ci ha lasciati Carlo Fruttero.
Con il collega Lucentini scrisse molti romanzi ed insieme hanno diretto la collana di fantascienza Urania. Non è un’esperienza a tutti nota ma, fra le tante collaborazioni,  furono per alcuni anni anche direttori de “Il Mago” la rivista dei fumetti e dell’umorismo.
E’ un giornale che ho sempre amato e che conservo ancora con piacere nella mia collezione di fumetti.
Nei bellissimi paginoni del Mago (parliamo, almeno nei primi anni,  di uno stupendo formato 34×24 cm!) conobbi Quino, Jacovitti, Lazarus e tanti altri fumettisti.
La rivista era un perfetto mix di classici (Dagoberto, Dick Tracy, ecc.) e di novità.
Proprio nei primi anni, sotto la direzione di F&L, rimasi particolarmente colpito dai tratti a china Breccia & Lovecraft e del loro stupendo Mort Cinder. Il racconto e le immagini riuscivano a creare un senso di angoscia che raramente ho trovato in un fumetto.
Se vi capita di incontrare qualche volume del “IL MAGO”  tra le bancarelle di fumetti usati non esitate ad acquistarne una copia; non resterete delusi.