31 agosto – Archivi digitali


Alcuni giorno fa ho risentito delle registrazioni effettuate su una comune audiocassetta di più di quarant’anni  e posso assicurarvi che sono rimasto meravigliato dall’ottima qualità del suono.
Per non parlare poi della qualità delle pellicole 8 mm che, se ben conservate, si presentano ancora con immagini dettagliate e con pochi disturbi.
Scrivo questo per introdurre alcune brevi considerazioni sull’archiviazione dei nostri ricordi.
Oggi con macchine fotografiche digitali, telecamere e computer abbiamo di fronte tantissime offerte di formati ma questa potenzialità è accompagnata da tante incertezze per quanto riguarda la conservazione dei dati.


Lasciando da parte le nuove frontiere della rete e dando per scontato la necessità di possedere fisicamente il supporto ci scontriamo con almeno tre variabili:

La variabile “sentimentale”: Lo scarso valore emotivo ed economico del formato digitale.

La variabile “tecnica”: La solidità del supporto scelto e la persistenza dell’hardware e del software necessari poi per rivitalizzare i nostri dati.

La variabile “gestionale”: Come archiviamo e gestiamo i nostri dati.

Analizziamo ora ogni singolo fattore.

IL PRIMO: Il costo e l’apparente fragilità della carta fotografica, del nastro magnetico utilizzato nelle audiocassette o della cellulosa delle pellicole cinematografiche imponeva al proprietario cura e diligenza. Il valore naturalmente riconosciuto a questi materiali ha consentito di portare sino ai nostri giorni ricordi risalenti sino tre o quattro precedenti generazioni (non avete qualche foto dei vostri bisnonni di inizio novecento?).
Il formato digitale e l’inesorabile abbassamento del costo dei supporti ha inevitabilmente ridotto l’interesse economico per qualsiasi contenuto digitale. Una copia di una foto o di un filmato oggi non costa nulla: solo un veloce “copia e incolla” sul nostro pc o un rapido invio con il telefonino e… il gioco è fatto!
Tanto semplice duplicarla tanto semplice cancellarla.
Anche la leva sentimentale presenta dei limiti. Oggi i nostri scatti sono migliaia, ripetuti, a volte banali e pertanto di poco valore, archiviati in dispositivi mobili che spesso sostituiamo o perdiamo. Esattamente l’opposto delle poche foto stampate, spesso in formati minuscoli, che accompagnavano i nostri nonni nei loro viaggi (per chi non lo avesse capito non sto parlando di turisti ma di soldati ed emigranti).
L’invito che vi faccio è pertanto di operare un’accurata distillazione  dei vostri dati. Tenete solo la parte migliore, solo le foto, i filmati, gli appunti che vi danno emozioni. Le emozioni sono un bene prezioso, vi stimoleranno a custodire con cura anche lo scrigno che le racchiude.

IL SECONDO: Non voglio perdermi in tecnicismi. Vi sottopongo pertanto un semplice esempio. Per vedere oggi una pellicola 8 mm oppure riascoltare un’audiocassetta basta recuperare il vecchio proiettore del babbo o comprare a pochi euro un vecchio registratore su Ebay o in uno dei tanti mercatini o negozi di materiale usato della nostra città. Il gioco è fatto.
Al contrario se dovessimo recuperare oggi dei dati – ben più recenti – archiviati, ad esempio,  su un floppy disk da 5,25 pollici o su di cartuccia IomegaZIP il percorso sarà sicuramente più arduo. Trovare il dispositivo di lettura non basta occorre anche un pc ed un sistema operativo che sia in grado di supportarlo.
Con il sempre più veloce invecchiamento dell’hardware e del software la retrocompatibilità non è scontata e già oggi con alcuni vecchi supporti o tipologie di file il recupero dei dati potrebbe rivelarsi un’impresa impossibile.

IL TERZO: La criticità forse più evidente è la problematica derivante dalla necessità di archiviare i nostri dati. In passato con le foto stampante il percorso per quasi tutti era chiaro e semplice.
Rullino > sviluppo e stampa presso il negozio di fiducia > album per le 36 o più foto delle nostre vacanze > scatolone o cassetto di casa. I più precisi inserivano negli album un titolo, un numero, raccoglievano i negativi. Il livello minimo era comunque assicurato ed uno scatolone di foto – a volte anche sfuse – era sempre presente in ogni famiglia.
Oggi i pezzi digitali che ogni singola persona possiede sono migliaia (foto, brani musicali, filmati, ecc.). Come ben sanno i social network il valore non è nel possedere i dati ma nella loro attenta gestione ed archiviazione. Un dato ordinato e gestibile rappresenta un valore, un insieme caotico è solo … un insieme caotico. Se quest’ultima è la definizione che meglio rappresenta il vostro archivio domestico non avete speranze.
Ma l’ordine non è tutto.
In molti conosciamo anche i limiti dei supporti digitali siano essi integrati nel computer, hard disk esterni , CD o DVD masterizzati. Un semplice guasto, un furto o un semplice incidente potrebbe distruggere in un sol colpo i ricordi di una vita.
Anche se non siamo in ufficio e non trattiamo dati fiscali è sempre necessario avere un “piano B”. Prevedere una copia del nostro archivio è indispensabile. Dobbiamo poi necessariamente mantenerla aggiornata, nel tempo e con l’evoluzione tecnologica.

Quante difficoltà. Era meglio prima?
No, semplicemente i cambiamenti sociali e tecnologici comportano anche una variazione del valore delle cose e del tempo che a loro dedichiamo. Dobbiamo valutarlo ed esserne consapevoli.
Oggi il costo non è fare la foto o il filmato.
Il costo è rappresentato dal tempo che dobbiamo dedicare alla sua scelta, all’archiviazione  ed alla custodia dei supporti.
Il bilancio spesso è identico, l’importante  però, come per le aziende, è non andare in rosso!

 

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