20 settembre – Meno è meglio

 

Prendendo spunto da un articolo apparso sull’ultimo numero di “Tutto digitale” voglio parlarvi della mia attrezzatura video e cercare di spiegare quali sono, a mio parere, i punti forza di una videoreflex.
La scelta nel mio caso è stata fatta per superare il dubbio amletico che accompagnava la preparazione di ogni vacanza “Mi porto la reflex o mi porto la videocamera?
Perché non tutte due direte?
Semplicemente per il peso, per l’ingombro, per il valore complessivo dell’attrezzatura, oppure semplicemente… perché mi voglio anche godere la vacanza.
Come insegna ogni buon viaggiatore “meno è meglio” e questo credo valga anche per l’attrezzatura foto-cine.
Allora, direte,  prendi uno smartphone di ultima generazione ed il gioco è fatto!
No, purtroppo non è così facile.
Anche il compromesso ha dei limiti e, specialmente per chi viene dal mondo fotografico, l’obiettivo è ancor oggi importante nella catena cinefotografica, analogica o digitale che sia. L’ottica montata sui telefonini ha prestazioni ancor oggi molto distanti dalla quella che possiamo definire la minima qualità fotografica.
Detto questo veniamo alla mia attrezzatura…

LA MACCHINA

Abbandonando l’idea di una bridge (“ponte” tra compatte e reflex ovvero macchine evolute con obiettivo fisso) un paio di anni fa ho seguito un consiglio di “Francescophoto Blog”.
Ho acquistato per solo 400 euro una macchina base della serie Sony, l’ Alpha 37 dotato di sensore APS-C.
Ormai il modello è uscito di produzione ma si tratta, per chi non conoscesse la gamma della casa giapponese, di una macchina fotografica dotata della tecnologia “traslucent mirror”. Al posto dello specchio, tradizionalmente montato sulle reflex, la Sony ha sviluppato una tecnologia a specchio fisso traslucido che ha diversi vantaggi ed alcuni svantaggi.
Come punti a favore questa tecnologia consente di utilizzare lo schermo posteriore durante le riprese ed utilizza il sistema autofocus a rilevamento di fase continuo anche per i video.
Questo, sino a qualche anno fa era notevole vantaggio specialmente nelle riprese con soggetti in movimento. Attualmente i sistemi di messa a fuoco ibridi stanno comunque compensando questo problema che affliggeva specialmente le reflex di fascia economica.
Gli svantaggi sono la sensibilità limitata dovuta al fatto che con lo specchio traslucido non tutta la luce colpisce il sensore e una gamma di obiettivi che non possono certo competere con la scelta offerta da Nikon e Canon.
L’Alpha 37 è  una reflex semplice ed economica che presenta parecchi limiti, mi è però servita a capire che ero sulla strada giusta. Ora, con la recente uscita della Alpha 77 II, è forse il momento per fare un salto di qualità.  Resterò però sul formato APS-C in quanto ritengo che possa per ora offrire un miglior rapporto prezzo-prestazioni.

 

IL MICROFONO

Come passo successivo ho cercato di dare onore al suono che, purtroppo, spesso non viene preso in adeguata considerazione nelle riprese amatoriali.
Il giusto compromesso prezzo-qualità l’ho trovato nel registratore palmare “Zoom H1”. E’ inutile che vi dettagli l’elevata qualità ottenibile a fronte di una spesa di meno di 100 euro; Date un’occhiata alle recensioni in rete e capirete.
Voglio invece spiegarvi la modalità di accoppiamento che ho adottato con la Alpha 37 per superare i seguenti due problemi:
– non esiste in commercio una staffa di fissaggio;
– l’ingresso per il microfono esterno non è compatibile con il segnale in uscita cuffia offerto dallo Zoom H1

Per la staffa mi sono costruito un supporto flessibile da inserire sulla slitta portaflash. Una piattina di alluminio supporta la vite da 3/8” di collegamento al microfono. La vite è inserita in un gommino passacavo che ammortizza le vibrazioni e riduce conseguentemente i disturbi audio.
L’isolamento elettrico del metallo con i contatti flash è stato ottenuto mediante un piccolo adattatore da slitta standard a slitta Sony prodotto dalla Hama interamente in plastica (purtroppo venduto alla non modica cifra di 10 euro).
Il problema della compatibilità audio è stato invece superato mediante un cavetto attenuatore da 25 dB autocostruito utilizzando – già che ci siamo – dei connettori a jack di buona qualità (spesa complessiva circa 12 euro).
Tutti i dettagli costruttivi (schema, componenti utilizzati) sono riportati sul sito www.videomakers.net

 

L’OBIETTIVO

Quando spendi 400 euro in una macchina fotografica già dotata di zoom standard non puoi aspettarti molto come qualità dell’obiettivo. Per un anno ho confrontato schede, prezzi, annunci circoscrivendo poi la scelta a due possibili alternative:  Il nuovo Sigma 17-70 con apertura variabile f2,8-4 recentemente aggiornato ed inserito nella nuova serie di obiettivi “Contemporary” oppure il ”vecchio” Sony 16-50 con apertura costante f 2,8 su tutte le focali.
La scelta è caduta su quest’ultimo trovato usato (praticamente nuovo) all’ottimo prezzo di 356,00 euro.
Il perché è presto detto. L’ottica nonostante la focale limitata a 50 mm è qualitativamente migliore, il diaframma è fisso, è tropicalizzato (resistente alla polvere e impermeabile) e … è più bello!
Cosa centra l’estetica? Nulla ma voglio onestamente dirvi che è un fattore che ho preso in considerazione. Dopo una vacanza ed un matrimonio devo dirvi che non ho rimpianti, la qualità si vede.
Con il prossimo acquisto di uno zoom tele, non molto spinto, dovrei coprire le mie principali esigenze di ripresa. Tengo comunque d’occhio anche il Tokina 10-16 f2,8 , specialmente con un formato APS-C un grandangolo spinto potrebbe far comodo.

 

IL RECUPERO

Con il passaggio a Sony stavo per liberarmi della mia precedente attrezzatura Pentax, in particolare di due vecchi e onesti obiettivi manuali serie M: un classico 50mm f1,7 e un ottimo 135mm f2,5.
Sono ottiche superate ma quando le tieni in mano ti danno una sensazione di sicurezza, di solidità, risvegliano ricordi.
No, mi sono detto, dopo anni di onorato servizio non meritavano di essere vendute!
Ecco allora una semplice idea; l’anello adattatore.
Uno dei tanti disponibili in commercio attraverso il quale è possibile montare sulle nuove macchine digitali anche vecchi obbiettivi di altre marche. I puristi storceranno un po’ il naso ma la cosa funziona, non perfettamente, ma funziona.
Spariscono tutti gli automatismi, sparisce la messa a fuoco automatica e… si ricollega il cervello!
Molti siti e riviste specializzate invitano i “nativi digitali” a sperimentare questo approccio che fornisce nuovi stimoli e consente economiche variazioni artistiche.
Del resto se la linea Lensbaby ha avuto successo in molti paesi qualche motivo ci sarà.

 

GLI ACCESSORI INDISPENSABILI

Monopiede, cavalletto e testa fluida Manfrotto, Steadycam. La differenza tra fotografia e ripresa ritengo sia molto spesso determinata dagli accessori. Ho già citato il microfono ma sicuramente una ripresa stabile (fissa o in movimento) fa spesso la differenza tra un filmino amatoriale e una “cosa seria”. Questo purtroppo richiede necessariamente un ulteriore sforzo economico ma sicuramente ne sarete ricompesati. Un solo esempio. Ho provato con cavalletti economici e teste foto/video ma devo assicurarvi che per fare riprese decenti occorre una testa dedicata al video da montare su di un robusto cavalletto in grado di eliminare anche le microvibrazioni altrimenti potete scordarvi di utilizzare dei teleobiettivi nelle vostre riprese. Nel mio caso ho acquistato una testa fluida Manfrotto 701HDV, da molti ritenuta il “minimo sindacale” per iniziare a fare video.
Sto cercando di perfezionare anche l’uso dello stabilizzatore (Flycam Nano DSLR) ma devo dire che non lo ritengo un vero e proprio accessorio indispensabile. Preferisco infatti agire più velocemente utilizzando, chiuso, il monopiede sospeso; in questo caso è infatti possibile, con un po’ di pratica, mantenere la macchina sospesa tra le dita della mano con sotto il monopiede a fare da contrappeso. Non è perfetto ma veloce.
Un ultima nota: tutti gli accessori sono dotati del medesimo attacco rapido che mi consente di montare velocemente la reflex  su ogni singola attrezzatura.
Nel mio caso il costo complessivo degli accessori e dei vari attacchi rapidi supera il costo – esiguo – della macchina fotografica ma come accade nel flusso di lavoro anche la “catena” dell’attrezzatura deve essere equilibrata  e orientata all’uso specifico che ne farete.

Mi forse sono un po’ dilungato ma volevo cercare di spiegare come sia possibile fare riprese decenti con una videoreflex con un budget contenuto sperimentando un marchio solido ma sicuramente non ancora molto diffuso nel mondo della fotografia italiana.

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